IMAGING ED ENDOSCOPIA

(Artibani, Panel, Pajoncini, Piloni, Sarcelli)

L'imaging delle vie urinarie superiori (urografia, ecografia, tomografia computerizzata, risonanza magnetica nucleare, radioisotopi) NON Trova indicazioni in caso di incontinenza urinaria non-neurogena da sforzo, da urgenza o mista. L'imaging delle vie urinarie superiori è indicata nelle seguenti situazioni: a) incontinenza urinaria neurogena con elevato rischio danno renale; b) incontinenza da rigurgito; c) grave prolasso uterino; d) sospetto di incontinenza urinaria extra-uretrale da anomalia delle vie urinarie superiori. La scelta delle tecniche di imaging e la loro sequenza dipende dal quesito clinico e dalla loro disponibilità. Le tecniche meno invasive dovrebbero essere preferite in prima istanza alla più invasive, tenendo conto anche di criteri di costo-beneficio.

L'imaging delle vie urinarie inferiori può essere importante in caso di incontinenza urinaria e di disfunzione del pavimento pelvico. La cistouretrografia NON è indicata in caso di incontinenza urinaria femminile non complicata (da sforzo, da urgenza o mista), mentre costituisce una opzione ragionevole nella valutazione preoperatoria della incontinenza urinaria femminile complicata o recidiva. La valutazione ecografica delle vie urinarie inferiori e del pavimento pelvico, pur promettente, è da considerare tuttora una metodica di indagine sperimentale. E' urgente una standardizzazione di metodi e parametri. La risonanza magnetica nucleare o la tomografia computerizzata non sono clinicamente indicate nella valutazione della incontinenza urinaria e del pavimento pelvico, con l'eccezione di casi molto selezionati. L'acquisizione rapida di immagini e la ricostruzione tridimensionale offrono validi strumenti nello studio della fisiopatologia delle disfunzioni del pavimento pelvico. In presenza di una incontinenza urinaria neurogena sospetta o manifesta, l'imaging delle vie urinarie inferiori (preferibilmente la cistouretrografia) è raccomandabile e preferibilmente andrebbe eseguito in concomitanza con la valutazione urodinamica (videourodinamica). La misura del residuo post-minzionale è raccomandata nella valutazione iniziale della incontinenza urinaria come parametro di sicurezza e nella valutazione dei risultati del trattamento. La misura può essere effettuata con ecografia real-time o con uno scanner portatile o con il cateterismo vescicale. Poiché la variabilità intra-individuale del residuo post-minzionale è elevata, in caso di residuo significativo alla prima determinazione, la misura dovrebbe essere ripetuta più volte. L'osservazione di collo vescicale ed uretra prossimale beanti durante la fase di riempimento (qualsiasi sia la tecnica di immagine impiegata) suggerisce la valutazione di una possibile causa neurogena. Allorquando in presenza di incontinenza urinaria femminile si sospetti la presenza di un diverticolo uretrale, è raccomandato un imaging appropriato, mediante uretrografia a pressione positiva, cistouretrografia minzionale, uretroscopia, ecografia, risonanza magnetica nucleare.

La valutazione endoscopica, mediante uretrocistoscopia, NON è indicata nella valutazione della incontinenza urinaria femminile, allorquando non vi sia sospetto di altre patologie. L'endoscopia può essere presa in considerazione in caso di incontinenza da urgenza soprattutto se è associata microematuria (per escludere altre patologie come neoplasie vescicali, cistite interstiziale, etc) oppure nella valutazione di situazioni recidive o iatrogene in cui sia indicata o programmata una soluzione chirurgica. L'endoscopia può essere utile intra-operatoriamente durante gli interventi chirurgici per incontinenza urinaria. L'endoscopia E' indicata nella valutazione delle fistole vescico-vaginali e della incontinenza urinaria extra-uretrale.

La maggior parte delle precedenti asserzioni è stata assunta e condivisa in relazione alle conclusioni del comitato "Imaging and Other Investigations" della "1st International Consultation on Urinary Incontinence", 1998.