Autori ed affiliazione
Claudio Celestino Bertellini1, Anna Maria Fulgieri2, Giovanna Rita Indorato3
1 Direttore U.O. Ginecologia-Ostetricia – Ospedale Morgagni-Pierantoni, Via C. Forlanini 34, 47121 Forlì (Italia).
2-3 Dirigente Medico U.O. Ginecologia-Ostetricia – Ospedale Morgagni-Pierantoni, Via C. Forlanini 34, 47121 Forlì (Italia).
Abstract
Scopo
Valutazione di un raro caso di carcinoma uretrale femminile e degli aspetti clinico-diagnostici correlati.
Materiali e metodi
Donna di 55 aa, ipertesa e fumatrice. Anamnesi personale positiva per litiasi renale. Riferita ottima salute. Ad aprile 2011 in seguito a colica renale
sx, la Pz si sottopone a visita urologica ed ecografia delle vie urinarie con esito negativo. Agli inizi di novembre 2013 la Pz esegue una visita ginecologica
per comparsa di “spotting vaginale” presente da tre mesi (nonostante la Pz risulti in menopausa da 4 anni) associato a senso di minzione ostacolata.
All’esame obiettivo si segnala solamente la presenza di una formazione in corrispondenza della parete vaginale anteriore in sede sottouretrale media-distale
e del diametro di 3 cm circa, di consistenza dura e poco dolente. In considerazione della minzione ostacolata la Pz viene inviata in consulenza dall’urologo
che esegue una cistoscopia risultata negativa. In assenza di elementi diagnostici viene richiesta un’ecografia addominale che descrive una massa a media
ecogenicità di 3-4 cm circa non connessa all’utero ma di difficile attribuzione d’organo. Alla Pz vengono prescritti antiinfiammatori e antibiotici per
indici di flogosi poco al di sopra della norma. A fine novembre, ad un controllo urologico, si osserva un aumento delle dimensioni della formazione sottouretrale
con insistente difficoltà minzionale da compressione associata a sintomatologia algica in peggioramento. In considerazione della minzione ostacolata
si decide di cateterizzare la Pz. A fine dicembre 2013 le urine appaiono ipercromiche e debolmente corpuscolate e la Pz viene sottoposta a nuovo controllo
ginecologico che evidenzia in vagina un tramite fistoloso spontaneo del diametro di 1.5 cm circa, proprio in corrispondenza della massa nota. A questo
punto si decide, insieme agli urologi, di drenare il presunto ascesso chirurgicamente.
Risultati
La Pz a fine gennaio 2014 viene sottoposta a drenaggio della neoformazione sottouretrale sotto guida ecografica e catetere vescicale in sede. In corrispondenza
del tramite fistoloso di 1,5 cm si esegue, in senso longitudinale, una piccola incisione a monte e a valle della stessa con fuoriuscita di materiale granulomatoso,
malacico, friabile e sanguinante. Tale tessuto viene staccato facilmente con le dita per via smussa sempre sotto guida ecografica. Dopo un’abbondante
e cauta toilette, in sede ventro-laterale sx, a livello del tratto medio-posteriore dell’uretra si osserva una soluzione di continuo di 2,5 cm. Il materiale
asportato si invia per esame istologico. La Pz esce dalla sala con catetere a permanenza ed epicistostomia. Il responso dell’esame istologico attesta
che si tratta di un ADENOCARCINOMA POCO DIFFERENZIATO G3 con focali aspetti a cellule chiare infiltrante la parete uretrale. Le cellule neoplastiche sono
risultate positive per citocheratina AE1-AE3, negative per PSA, estrogeni, progesterone e TT-1. La morfologia e il fenotipo è compatibile con neoplasia
primitiva dell’uretra.
Tale neoplasia è un tumore considerato raro, rispetto alle neoplasie uroteliali presenta un’incidenza pari all’1%. Colpisce maggiormente le donne sopra
i 50 aa. Tra i principali fattori di rischio si annoverano infiammazioni croniche dell’uretra (litiasi, malattie sessualmente trasmissibili, frequenti
infezioni urinarie) e il fumo.
La neoplasia in questione interessava le ghiandole che circondano l’uretra. Essendo interessata la parte posteriore dell’uretra, le lesioni sono più
profonde e quindi a prognosi più infausta. Da un prima valutazione multidisciplinare-oncologica la Pz è risultata inoperabile in prima battuta anche in
considerazione di una TAC successiva che ha evidenziato estensione della massa neoplastica priva di piani di clivaggio tra vescica e cervice uterina e
linfoadenomegalie pelviche diffuse. La Pz, pertanto, a maggio 2014 è stata sottoposta ad un primo ciclo di chemioterapia. Il programma, appena iniziato
ed ancora in corso prevede, in totale, 6 cicli di chemioterapia con Cisplatino e Gemcitabina. La Pz ha tollerato bene il primo ciclo di chemioterapia
ed ha riferito miglioramento della sintomatologia algica.
Conclusioni
Il caso ad oggi è ancora in via di svolgimento. Dopo i sei cicli di chemioterapia la Pz dovrà sottoporsi ad un delicato intervento di pelvectomia radicale.