Sergio Giammona; Salvatore Cannavò; Roberto Ruggeri; Salvatore Zappalà; Rosario La Spina
Topic: Incontinenza urinaria da sforzo
Scopo. Sebbene i test UD siano utilizzati su larga scala, rimane ancora controverso il loro ruolo nella diagnostica dell’incontinenza
urinaria femminile.Non esistono pubblicazioni che avvalorino la necessita dei test UD nella valutazione di base e di routine dell’ incontinenza urinaria.
Diversi studi multicentrici presenti in letteratura, eseguiti su estesi campioni di donne da sottoporre a chirurgia per IUS, rilevano che l’aspettativa
di miglioramento dopo chirurgia è sovrapponibile a prescindere da una valutazione UD eseguita prima dell’intervento.
Da 5 anni presso la nostra UOC di ostetricia e ginecologia, sulla base delle evidenze cliniche acquisite nel corso della nostra pratica clinica abbiamo
deciso di escludere l’esame
urodinamico (UD) dall’iter diagnostico delle pazienti da sottoporre ad intervento per IUS, se queste manifestassero soggettivamente ed oggettivamente,
attraverso attento esame clinico una IUS con ipermobilità uretrale anche se accompagnata da sintomi da iperattività vescicale senza perdite di urina.
Pertanto lo scopo del nostro lavoro è verificare la possibilità di escludere le prove urodinamiche dall’ iter diagnostico pre-chirurgico per le pazienti
con IUS di I° tipo
Metodi. Dal Gennaio 2013 al dicenbre 2014 sono state reclutate 61 pazienti affette da IUS da ipermobilità uretrale. L’età media è stata
di 45 anni ( range 42 -60 anni). Di queste 5 erano affette da concomitante urgenza minzionale di grado lieve, 5 da concomitante prolasso degli organi
pelvici < a 2 (BWS). Ciascuna paziente è stata sottoposta ad attenta anamnesi, esame obiettivo, stress test, Q-tip test, residuo post-minzionale, questionario
sintomatologico ICIQ-Short Form.
Sono state escluse le pazienti che manifestavano una incontinenza urinaria complicata e complessa, incontinenza urinaria da urgenza, scarsa capacità
vescicale, presenza di residuo post-minzionale. Inoltre la positività al Q-tip test, e quindi la ipermobilità uretrale è stato considerato il requisito
fondamentale per il reclutamento della paziente.
La tecnica adottata è stata impianto di sling medio uretrale trans-otturatoria con metodo in-aut ed aut-in. Le pazienti sono state sottoposte ad anestesia
spinale.
Risultati. È stato eseguito follow-up a 3mesi, 12 mesi, 24 mesi. Il Follow-up medio è stato di 14 mesi.
Delle 62 pazienti operate negli anni 2013-2014 hanno risposto al follow-up 58 donne, di queste, 55 hanno avuto una completa risoluzione della IUS
e non hanno presentato nessun problema funzionali vescico-uretrale, sia soggettivo che oggettivo, 2 pazienti hanno avuto un netto miglioramento della
IUS. 1 paziente ha riferito nicturia a 18 mesi dall’ intervento. Nessuna delle pazienti che ci avevano riferito all’ anamnesi urgenza minzionale hanno
peggiorato il loro sintomo.
A tutte le pazienti sono stati somministrati questionari sintomatologici di soddisfazione dell’ intervento (IIQ-SF IIQ-7 e PGIC) che hanno dimostrato
un tasso di massima soddisfazione del 94,8%. Un tasso di risoluzione completa della IUS del 96,5%.
Il dato più significati ai fini dello studio è che nessuna paziente ha sviluppato dopo il trattamento per IUS un sintomo urinario de novo sfuggito
all’ esame preliminare.
Conclusioni. Le prove urodinamiche sono esami invasivi, impegnativi in termini di costi e tempo, per la paziente e per il SSN, non sempre
disponibili, gravati da una scarsa compliance e non scevri da complicanze legate al’esame stesso (cistiti, stranguria, etc.).
Questo studio dimostra che, al fine di predire gli esiti della chirurgia per IUS, una buona anamnesi ed un attento esame clinico, volto al riconoscimento
di una IUS genuina da ipermobilità uretrale, permette di escludere le prove UD dall’ iter diagnostico preoperatorio.