Autori ed affiliazione:
Daniela Arervo2-3, Lorita Cito1-2, Marilena Cozzarella1-2, Alicja Sobczinska2, Barbara Ferrero1,
Ilaria Penner2, Federica Possavino1, Francesco Deltetto1-2
1 Chirurgia Ginecologica Mini Invasiva, Casa di Cura “San Luca” conv. con SSN –Torino,
2Divisione Ginecologia, Ospedale San Camillo-Trento
3Neurourologia, Unità Spinale Unipolare, Città della Salute e della Scienza-Torino
Topic: riabilitazione.
La riabilitazione del pavimento pelvico è oggi riconosciuta come indispensabile nel trattamento e nella prevenzione delle disfunzioni del pavimento
pelvico.
La complessità del problema richiede un approccio articolato che parte dalla prevenzione fino ad arrivare al trattamento non
solo della disfunzione pelvica in se stessa, ma della cavità addominale connessa, la gestione delle pressioni addominali, della postura e della componente
muscolo-scheletrica.
In questo ambito così complesso la figura del fisioterapista è formato per collaborare con l’equipe multidisciplinare nella definizione di un progetto
riabilitativo che comprende la prevenzione e il trattamento di tutti i tipi di disordine funzionale della regione pelvica, addominale e lombare.
Attraverso un’accurata valutazione (counselling fisioterapico) il fisioterapista formula un piano di trattamento individuale che condivide con il/la
paziente. Il tipo di relazione terapeutica che parte da una spiegazione accurata della zona in questione attraverso tavole anatomiche
e un colloquio iniziale sugli obiettivi, permette di costruire un rapporto di fiducia ed intimità, fondamentali per approcciarsi a questo tipo di problematiche.
La riabilitazione non è un semplice esercizio di “muscolazione” del perineo, ma richiede una modificazione del comportamento (bladder
retraining, questionati sulla qualità di vita) e una partecipazione attiva del soggetto che deve integrare nel suo quotidiano gli esercizi imparati in
seduta, mettere attenzione alle abitudini errate ed essere disposto a modificarle (PFMT pelvic floor muscle training).
La fiducia e la pazienza è ancor più importante in tutte le sindromi del dolore pelvico cronico, che colpiscono sempre più persone giovani, sportive
e attive.
Oggi è riconosciuto che la stabilità e l’equilibrio degli organi pelvici sono influenzati dalle alterazioni strutturali, posturali e comportamentali
della persona che pretendono una integrazione del pavimento pelvico con la respirazione, con l’uso delle pressioni addominali, con la salute intestinale,
con l’attività lavorativa e fisica.
L’applicazione è vasta e comprende:
La riabilitazione si avvale anche di strumenti ausiliari come i coni vaginali, il bio feed-back (BFB), l’elettrostimolazione funzionale (FES) sia in
studio che portatile al domicilio, i dilatatori vaginali.
Il trattamento prevede una serie di incontri settimanali individuali e un follow-up a distanza al fine di monitorare il mantenimento dei risultati
nel tempo.
Per problematiche di lieve entità o per il mantenimento dei risultati sono utili lavori di gruppo che servono altresì a condividere il problema, aiutando
a rompere il tabù che ancora circonda queste problematiche.