Correzione del prolasso della cupola vaginale , due metodi a confronto: vaginal  support  with uphold lite end vaginal support to the muscle ileo-coccigeo

DOTT. VINCENZO MASCELLINO, DOTT. SALVATORE  INCANDELA

Dott. Vincenzo Mascellino, corso di Laurea in medicina e chirurgia presso l’Università degli Studi di Palermo, Specializzato presso la medesima università in Ost. E Gin., Dirigente Medico di 1° livello presso l’Ospedale di Sciacca (AG).

Dott. Salvatore  Incandela , corso di Laurea in medicina e Chirurgia  presso l’Università degli Studi di Palermo, specializzato presso la medesima Università in Ost. e Gin.  Direttore U.O.C. Ost./Gin. P.O. Sciacca (AG).

Scopo:
Lo studio si propone  di mettere a confronto due tecniche di sospensione della cupola vaginale in pazienti sottoposte a colpoisterectomia con  prolasso della volta vaginale. L’obbiettivo primario è quello di valutare i risultati in termini di sicurezza chirurgica e clinici ma soprattutto effettuare una buona correzione  del primo livello di De Lancey , verificare la tenuta nel tempo, la compliance della paziente e valutare un nuovo approccio alla chirurgia vaginale di tipo dinamico. L’apice vaginale è la chiave di volta del supporto degli organi pelvici, senza una buona sospensione della volta vaginale le pareti vaginali anteriori e posteriori sono esposte a forze intra-addominali che le dislocano verso l’introito. Il ripristino di una lunghezza vaginale e  un ancoraggio adeguato vanno perseguiti in tutti i pazienti che hanno una attività sessuale ma l’intervento va sempre personalizzato tenendo conto dell’età della donna, delle sue  esigenze , del BMI, dei danni fasciali presenti ma soprattutto dell’esperienza  del chirurgo.

Materiali e metodi:
La prima paziente  ha un BMI di 35,3 con prolasso della sola cupola vaginale ,due parti eutocici, peso dei neonati di circa 4000, attiva sessualmente , di anni 63,senza incontinenza, POP-Q> 2 e abbiamo preferito effettuare una colpo sospensione al muscolo ileo coccigeo. Abbiamo isolato il muscolo e praticato tre punti per ogni lato con un monofilamento a lento riassorbimento trasfiggendo successivamente la vagina e dopo averla opportunamente recentata si è ottenuta una valida sospensione. Questa tecnica, a nostra avviso è un valido intervento chirurgico che assicura un orientamento più anatomico dell’asse vaginale rispetto alla sospensione del sacro spinoso, e previene il rischio di eventuale danno al plesso pudendo. Considerando che il punto apicale della sospensione all’ileo-coccigeo è distale  rispetto alla spina ischiatica ,ciò potrebbe comportare una riduzione della lunghezza della vagina.

La seconda paziente, oltre al prolasso di cupola presentava un cistocele di 3° grado per cui si è preferito utilizzare una mesh di ultima generazione, in monofilamento di polipropilene macroporoso, che prevede l’ancoraggio al legamento sacro-spinoso, sospendendo così  l’apice vaginale da un lato, e nello stesso tempo corregendo il 2° livello di  De Lancey. L’intervento si completa con l’ancoraggio dei leg. utero-sacrali alla rete dopo averli solidarizzati alla fascia retto-vaginale posteriormente.  La paziente è una  pluripara  con due parti vaginali , ha 52 anni , peso dei neonati di circa 3500 e 4000  gr, un POP-Q system >2, un BMI di 34,2, con  cistorettocele ,attiva sessualmente, con IUS.

paz A

PARA 2+0

Non cistocele

Prolasso cupola v

BMI 35.3

NO IUS

Attiva sessual.

POP-Q >2

Ileo-coccigeo

Paz B

PARA 2+0

Cistocele

Prolasso cupola v

BMI 34,2

IUS

Attiva sessual.

POP-Q >2

Uphold

Risultati e conclusioni:

La colpo sospensione al muscolo ileo coccigeo è una tecnica ormai ben conosciuta i cui risultati hanno dato e continuano a dare grande soddisfazione . L’ancoraggio al muscolo ileo coccigeo se da un lato corregge bene il primo livello di De lancey dall’altro resta comunque un ancoraggio anomalo, su un muscolo non deputato a tale funzione. Esiste un sinergismo funzionalmente importante tra i muscoli pelvici e i muscoli del del tronco e degli arti, e non meno importante è il sinergismo tra fasce, legamenti e strutture  muscolari della zona. Le fasce, costitute da tessuto collagene , elastico e muscolare  liscio, ospitano propiocettori che , attivati dallo stiramento dei legamenti inducono una contrazione utile  ad abolire la tensione  del legamento stesso. Esiste quindi un equilibrio muscolo-fasciale e legamentoso  che assicura  al pavimento pelvico il giusto grado di tono e contrazione. Si vuole  in definitiva evidenziare  che nel correggere il primo livello di De Lancey non si  agisce in maniera ottimale sul tono muscolare e in particolare sul sinergismo tra elevatore dell’ano e connettivo che riempie la parte  anteriore dello iato pelvico e che è alla base del ballooning. La nostra paziente  a distanza di  tempo ha comunque mostrato una ottima ripresa, dopo circa 20 giorni le algie pelviche erano scomparse, una ripresa della attività sessuale dopo due mesi , alvo regolare , mostra  a distanza di un anno un cistocele di 1-2 grado , senza I.U.S. L’utilizzo della mesh , invece  ha corretto bene sia il primo che  il secondo livello, buona  qualità  di vita, no IUS, ripresa della attività sessuale dopo due mesi. La nostra paziente avendo avuto un prolasso vescicale di terzo grado ha praticato un periodo di riabilitazione perineale dando alla stessa un buon controllo dei muscoli del perineo e il ripristino della fascia puborettovaginale  e con l’ausilio della mesh ha ridotto le recidive quasi a zero. Riteniamo comunque che non si debba generalizzare un intervento ed estenderlo a tutti i prolassi , poichè diverse sono i danni anatomici da  correggere da paziente  a paziente  e diverse le esigenze e aspettative della paziente. Bisogna personalizzare l’approccio chirurgico riuscendo a ottenere il massimo risultato col minimo sforzo e cercando di correggere i 3 livelli di De Lancey e ottenere quel tono muscolare pelvico che è il risultato di una corretta connessione muscolo-fasciale e quindi una correzione muscolo-fasciale  funzionale e non statica.
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